Quello che faccio io è promuovere la prevenzione legata alla sicurezza stradale.
E lo faccio non a caso, ma perché la mia vita, a un certo punto, mi ha sbattuto contro una nuova realtà. Ma oggi, nonostante quella brutta pagina, sono ancora qui a scrivere e raccontare.
Con la forza di chi vuole sollecitare tutti, adulti e ragazzi, attraverso la mia campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale ‘Per le strade della vita’,
ad assumere comportamenti che garantiscano una mobilità consapevole e sicura, nell’ottica di un cambiamento culturale della comunità.
Io sono giornalista e. da cinque anni, sono vittima superstite della strada.
Sono stata investita mentre attraversavo sulle strisce pedonali in pieno giorno e sono rimasta in coma per un mese e poi ricoverata in un centro di risveglio per i successivi due mesi.
Sono tuttora sotto cure, controlli e sottoposta a un regime farmacologico.
Quel giorno, 16 dicembre 2014, ho battuto violentemente per due volte la testa. Mi hanno praticato un massaggio cardiaco, perché stavo per cedere, già in coma.
Sono arrivata in ospedale con l’ambulanza e mi hanno praticato la tracheotomia e l’aspirazione dell’ematoma che si era formato in testa.
Solo un foro nel cranio ha permesso di fare questo, con il rischio, poi fugato, di compromettere le funzioni cerebrali.
E poi, da lì, un mese di buio per me e di attesa e paura per la famiglia…
E poi…e poi… e poi…